Nella settimana trascorsa, sono stato a Pogno, in visita al Laboratorio degli Organari Marzi: dove i fratelli Stefano, Marco e Giovanni mi hanno illustrato il lavoro svolto con grande perizia sull’Organo della Chiesa Parrocchiale di Massino.

Da alcuni mesi, infatti, lo strumento è stato totalmente smontato e affidato alle loro cure per un necessario lavoro di restauro, verrà riassemblato e riposizionato prima della fine dell’anno nella sua sede tradizionale.

Come si può intravvedere anche dal piccolo “servizio fotografico” qui presente: sono già state completamente restaurate la tastiera e la pedaliera dello strumento. Ripristinati anche i somieri (ossia le parti che regolano il passaggio dell’aria verso le canne): questa parte del restauro ha richiesto una particolare cura per il cambio delle guarnizioni interne (ancora oggi costituite da pelli animali, come un tempo) per l’ammaloramento di quelle vecchie ormai risalenti all’Ottocento. Tra le parti già terminate anche una curiosa struttura a campanelli che nello strumento sovrasta la tastiera ed è ad esso collegata. Per quanto riguarda la parte delle canne: sono state completamente pulite e riverniciate quelle in legno (numerose e posizionate nella parte posteriore dello strumento), le canne in metallo verranno invece trattate prossimamente per alcuni necessari lavori di ripristino anche dovuti a maldestri tentativi di riparazione e riaccordatura risalenti già alla prima parte del Novecento.

Ancora una volta ho potuto fare esperienza della grande passione che accompagna il lavoro certosino dei fratelli Marzi ed è stato per me un dono sperimentare da vicino la passione del mondo artigiano: fa sempre bene, a noi, ormai abituati al “tutto e subito” della civiltà industriale, poter toccare invece con mano il lavoro lungo da cui nascono i capolavori delle nostre manifatture. Il lavoro di restauro dell’Organo, già avviato dal mio predecessore don Antonio, viene per metà supportato dall’intervento dei fondi dell’Otto per Mille CEI e per la restante parte è sostenuto dalla generosità della comunità parrocchiale e di singoli privati.

Fin da ora ringrazio chi ha già dato con generosità e chi ancora vorrà supportare questa preziosa operazione di recupero del nostro patrimonio culturale.

(don Fabrizio)