Lo scorso giovedì è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la notizia dell’improvvisa scomparsa della nostra cara Ebe Carmagnola!
Nei due anni in cui l’ho conosciuta, ho potuto apprezzare il suo profondo attaccamento alla preghiera e l’attenzione soprattutto alla cura degli ammalati. Due tratti che rivelavano bene il segno profondo della sua esperienza religiosa vissuta tanti anni prima, presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza (Cottolengo) di Torino.
Sul fronte della preghiera, sono rimasto edificato da questa tensione a non perdere mai neanche la più piccola occasione per dialogare con il Signore. Mi provoca a dire prima di tutto a me stesso: ho la stessa sete di preghiera? Ci sono aspetti della mia giornata su cui non ritardo mai: aggiornare il mio social preferito o procurarmi qualcosa di sfizioso da mettere sotto i denti?. Penso allora, a quanto più dovrei avere il desiderio di quello che nutre l’anima: invece quanto è facile accampare, anche le scuse più banali, per disattendere l’impegno con il Signore!
In secondo luogo ricorderò a lungo la grande cura con cui andava spesso a trovare gli ammalati, provvedendo di volta in volta ad informarmi, come parroco, delle condizioni di salute dell’uno e dell’altro. Mi commuove il fatto di essere entrato persino io, in prima persona, tra i suoi “assistiti”: quando nel mese scorso ho avuto il mio periodo di ricovero e poi di convalescenza. Anche se nello stesso periodo era pure lei costretta in casa da una forma influenzale: puntuali sono arrivati i suoi messaggi sul telefonino, perché mi riguardassi e svolgessi al meglio il periodo della convalescenza.
Questa seconda “passione” di Ebe mi ha fatto tornare alla mente la raccomandazione dell’allora Vescovo Corti che chiedeva a noi preti giovani di prenderci sempre cura di almeno un gruppetto di malati. Come aveva ragione! È proprio alla scuola dei malati che si impara a comprendere meglio la Croce di Gesù e nel prenderci cura della loro malattia, si viene così spesso a nostra volta curati dai nostri mali interiori!
Grazie, dunque, cara Ebe per quanto di prezioso ci hai insegnato: possa tu incontrare Maria e tutti i tuoi cari nella gioia del Paradiso, veglia su Giuse e su tutta la tua amata comunità di Brovello!
Con affetto, don Fabrizio
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